LA SFIDA GLOBALE DELLE MIGRAZIONI

Il concetto di migrazione, che comprende la ricerca di asilo da motivi politici e non politici, è parte integrante della creazione dello sviluppo islamico e della concezione islamica dei diritti dell’uomo. Nel 621 d.C. il Profeta Muhammad (pace su di lui), decise di lasciare la sua città natale Mecca e cercò sicurezza in quella che sarebbe diventata la città di Medina , dove in una delle sue prime e nobili azioni riuscì a portare la pace ad una società travagliata da uno stato di divisione interna. Questo evento denominato “hijrah”, o migrazione, è venuto a simboleggiare il movimento dei musulmani dalle terre dell’oppressione a quelle della sicurezza e della pace. Inoltre, il trattamento ospitale ricevuto da Muhammad (pace su di lui) e dalla giovane comunità musulmana da parte del popolo di Medina incarna il concetto islamico di protezione dei rifugiati contenuto nel Corano, in cui la migrazione e il concetto di ricerca di protezione e sicurezza da persecuzioni – nella terminologia islamica “amaana” – è riconosciuto come un diritto umano individuale.

La migrazione è un diritto umano per ogni individuo! Ogni migrante è un essere umano, indipendentemente dal suo status politico o economico. La migrazione è una sfida globale, non limitata alla sola Europa, e del tutto in contrasto con il discorso politico [dominante].

I migranti hanno inizialmente teso a rimanere vicini ai loro paesi di origine, come è dimostrato dai migranti provenienti dalla Siria che hanno scelto di lasciare la pericolosa situazione di vita in patria e hanno deciso di migrare verso i loro vicini più prossimi. Il caso dei migranti siriani smentisce la narrazione dei milioni di migranti che bussano alle porte dell’Europa, ed è testimonianza del fatto che paesi con mezzi economici molto minori rispetto all’Europa sono le destinazioni principali per i migranti.

Poi la pressione è diventata troppa anche per i paesi confinanti e l’Europa si è trovata a confrontarsi anch’essa con l’esodo dei siriani (n.d.t.).
Sono questi paesi e non l’Europa, che stanno offrendo un rifugio sicuro e stanno rispondendo efficacemente alle attuali grandi ondate migratorie. Secondo le Nazioni Unite i principali paesi che ospitano rifugiati /migranti in tutto il mondo sono tutti in Medio Oriente, Africa e Asia. L’86% dei rifugiati / migranti di tutto il mondo sono ospitati dai paesi in via di sviluppo. E nel 2013 quasi la metà dei rifugiati sotto mandato UNHCR ha vissuto in paesi dove il PIL pro capite era inferiore a $ 5,000 USD. Le migrazioni moderne dimostrano ancora una volta la verità basilare che l’interdipendenza è un fatto della vita e che i paesi e i continenti sono interdipendenti per quanto riguarda il rapporto di causa ed effetto.

EMN ritiene che ci sia un urgente bisogno di una nuova narrazione per quanto riguarda le migrazioni per dimostrare ad un pubblico europeo instabile che una corretta e ragionevole gestione delle migrazioni è di beneficio per tutti, un fatto che è corroborato da studi affidabili, mentre c’è una importante necessità di affrontare simultaneamente le cause alla base delle migrazioni di massa al di fuori dell’Europa. La maggior parte degli economisti europei ha riconosciuto la necessità di questa nuova narrazione, mentre una parte dei politici europei è ancora riluttante a seguire l’esempio.
EMN ritiene che la natura attuale del dibattito sulle migrazioni sia altamente emotiva e con forti sfumature razziste. Il pubblico europeo non è a conoscenza di quanto accade realmente. Ad esempio, la consolidata Herfindahl-Index che descrive gli sviluppi migratori, individua i cittadini che vivono in Francia, come le persone che vivono i più alti tassi di migrazione in tutto il mondo. I paesi più poveri del mondo hanno la percentuale più bassa dei migranti. Mentre gli europei ritengono appropriato godere del diritto di migrare verso qualsiasi paese, quasi esclusivamente per ragioni economiche, gli africani per esempio si confrontano con livelli estremamente elevati di restrizioni al loro movimento.

EMN sta affrontando la sfida globale delle migrazioni come un dovere morale e coerente con gli insegnamenti islamici, per il rispetto della dignità umana e dal punto di vista di un cittadino globale che riconosce e accetta il terreno comune definito dai valori universali comuni che obbligano gli esseri umani a condividere la responsabilità comune verso l’umanità e la creazione. E’ per questo motivo che EMN rifiuta con forza gli evidenti tentativi dei partiti e dei movimenti neofascisti e semi-fascisti e dei loro sostenitori nella politica “mainstream” di collegare il dibattito sull’immigrazione ad un’analisi di rifiuto dell’Islam e verso i musulmani in Europa. La religione non è un ostacolo per l’inclusione.

Pur riconoscendo il fatto che l’Europa, come qualsiasi altro continente o paese, non è in grado di ricevere tutti i migranti provenienti da tutto il mondo, EMN si propone con questo documento di attirare l’attenzione dei responsabili politici verso le seguenti questioni, per una riflessione complessiva sulla questione: EMN riconosce la migrazione, che include il diritto alla libera circolazione, come diritto di ogni singolo essere umano e come espressione volontaria della sua dignità naturale nel suo lottare per migliori condizioni di vita e del suo diritto di nascita di ricerca di felicità nella vita.

E’ per questo motivo che siamo fortemente contrari alle politiche di immigrazione praticate dall’Australia, che concentra i migranti in campi di arresto permanenti e degradanti lontani dal continente australiano e all’interno di paesi stranieri con bassi standard di vita, che vengono corrotti dal governo australiano per accettare gli immigrati, e per fornire loro un riparo rudimentale e le necessità di base. La posizione australiana può essere giudicata solo come cinica, anti-umana, esempio non etico per l’Europa.

E’ per questo motivo che siamo fortemente contrari alle politiche di immigrazione, che consentono il trattamento subumano dei migranti nei paesi della regione del Golfo arabo, paesi che sono stati benedetti dalla natura con vaste risorse naturali, e che mettono in atto maltrattamenti dei lavoratori che sono in palese violazione degli insegnamenti islamici.

E’ per questo motivo che siamo fortemente contrari alle politiche di immigrazione dei paesi a maggioranza musulmana come il Bangladesh, che ha iniziato a copiare pratiche vergognose e disumane dell’Australia nei confronti dei migranti, e l’Indonesia e Malesia, che sono più che riluttanti ad offrire sicurezza ai loro fratelli musulmani che sono perseguitati in patria a causa della loro religione, un atto di rifiuto della sofferenza dell’umanità che è in totale contrasto con gli insegnamenti islamici.

E’ per questo motivo che siamo fortemente contrari alle politiche di immigrazione incarnate nella mentalità di quella che è stata giustamente chiamata “Fortezza Europa” – più marcatamente dimostrata sul terreno dalla aggressiva recinzione ad alta tecnologia che è in atto nelle città di Ceuta e Melilla – una mentalità che favorisce la xenofobia, tratta il tema delle migrazioni esclusivamente dal punto di vista della sicurezza e intende assolvere l’Europa della sua responsabilità per il suo passato coloniale, un passato che ha bisogno di essere riconosciuto nelle sue dimensioni morali, economiche e storiche, così come le responsabilità condivise dall’Europa riguardo la situazione nelle sue ex colonie, le evidenti carenze degli attuali Stati locali e dei governi nei confronti dei propri cittadini.

Dopo aver concluso quanto sopra EMN afferma che
• L’Europa deve riconoscere la fuga dalla povertà, dall’ingiustizia politica e dalla dittatura come motivi legittimi per le migrazioni di esseri umani che sono pari agli altri, al fine di fermare il discorso pubblico e politico, sbagliato e fuorviante, sui migranti e sulla divisione dei migranti in “migranti buoni” e “migranti cattivi”.

• le migrazioni in corso verso l’Europa sono in gran parte guidate dall’economia e dalla disuguaglianza economica. Dal punto di vista economico l’Europa è fortemente dipendente dalle migrazioni. I politici e gli economisti devono diventare più etici e razionali nelle loro riflessioni in materia di migrazioni, in modo che la discussione incentrata sulla questione sia posta nel proprio contesto, che in ultima analisi, è lo sviluppo economico e il mantenimento del tenore di vita in Europa, e di conseguenza scollegare il dibattito sul tema dalle questioni di sicurezza e dalle minacce percepite nelle società europee, che alimentano il razzismo verso etnie, minoranze e gruppi religiosi in Europa, (certamente non solo in Europa).
EMN non manca di riconoscere le responsabilità dei paesi di origine, vale a dire i paesi da cui i migranti provengono, dove malgoverno, incompetenza amministrativa, corruzione pubblica diffusa e a livelli estremamente alti, distruggono il futuro delle persone, dove il benessere delle persone non è al centro dello sviluppo economico, dove i governi servono gli interessi soltanto delle élite dominanti, dove il non esiste alcun rispetto per le aspirazioni del popolo in materia di accesso alle risorse, assistenza sanitaria, istruzione e di una vita dignitosa.
E’ per questa ragione che EMN ritiene necessario, che
• i limiti potenziali e richiesti dalla legge nell’accettare le migrazioni non europee devono essere definiti dall’Europa da un punto di vista etico, nell’interesse della necessità naturale di prevenire sovraccarichi nelle comunità di accoglienza.
• l’assunzione di responsabilità da parte dell’Europa verso le migrazione moderne, peraltro radicata anche nel passato coloniale dell’Europa, deve essere espressa in una nuova politica di vicinato equa, giusta e lungimirante soprattutto nei confronti dei suoi vicini non europei più prossimi.
• vi è bisogno immediato di coerenza ed equilibrio tra il discorso politico in materia di migrazioni – che nella sostanza e nello spirito è marcatamente negativo e stigmatizzante per i migranti e fortemente guidato da istanze securitarie – e le ovvie esigenze economiche d’Europa, che si esprimono in una forte domanda in Europa per migrazioni di supporto, richieste per la sopravvivenza della sua società a causa del contratto intergenerazionale sbilanciato che deve fare i conti con lo slittamento demografico causato da società che invecchiano, [vi è bisogno di] un discorso politico coerente che prenda in considerazione gli interessi europei, ma al tempo stesso anche la dignità degli esseri umani migranti.
• ultimo ma non meno importante, l’Europa, cominci a interrogarsi, sulla base del suo set di valori e norme umane propagati, riguardo i suoi elevati standard di vita che si realizzano a spese di altri

EMN riconosce il ruolo specifico che le comunità musulmane in Europa devono svolgere per quanto riguarda il loro dovere di sostenere i migranti in generale e soprattutto i migranti musulmani, in base ai valori europei condivisi e alla loro fede, mettendo a loro servizio le infrastrutture musulmane, esistenti e in via di sviluppo, e le reti sociali, prendendo in considerazione i diritti islamici dei nuovi membri che arrivano e i loro doveri come nuovi membri della società. I musulmani possono raggiungere in profondità la loro storia specifica, ad esempio, le migrazioni inter- continentali tra Al Andalus ed il Maghreb e all’interno dell’impero Ottomano, con riguardo verso i doveri collettivi e individuali dei musulmani moderni come “Ansàr” (termine islamico per designare coloro che offrono un rifugio sicuro). Le comunità musulmane in Europa sono di fronte alla sfida del trattare adeguatamente i migranti, ad esempio, in Turchia, in Italia. Vi è una forte esigenza che le comunità musulmane si preparino ad accettare, ad integrare i migranti e ad ospitarli

EMN raccomanda quindi che i musulmani in Europa si aprano a:

• il necessario dibattito sulle sottili e, a volte aperte manifestazioni di razzismo inter-musulmano, in opposizione alla doverosa necessità di offrire solidarietà islamica a prescindere dall’origine del destinatario.
• allo scambio e alla creazione di partenariati con altre organizzazioni religiose, chiese e anche organizzazioni non governative, che hanno già esperienza nell’accogliere i rifugiati e nell’integrazione dei migranti nelle loro comunità.
• le competenze che possono essere ottenute dalle esperienze delle comunità ebraiche in Europa nei loro rapporti con le migrazioni.
• lo sviluppo di servizi di ristorazione per la comunità, per le esigenze specifiche dei migranti con il supporto / sponsorizzazione delle municipalità locali e delle ONG
• esplorare e cercare di ottenere lo status giuridico legale, al fine di ospitare persone bisognose all’interno di moschee in linea con l’asilo offerto da chiese e relative istituzioni.
• riscoprire il concetto islamico di sicurezza (termine islamico: “Amaan”) e dei diritti dell’individuo per offrire asilo a persone bisognose.
Per il miglioramento immediato della condizione dei migranti EMN richiede
• La ripresa immediata delle missioni di salvataggio intensivi nel Mar Mediterraneo e il ripristino di Mare Nostrum
• la creazione di processi di richiesta asilo per i migranti, giusti, sicuri ed equi in Europa e nei paesi di origine dei potenziali migranti, al fine di evitare che gli esseri umani intraprendano viaggi mettendo a serio pericolo la loro vita.
• la cancellazione immediata di Dublino II, che ripone tutto l’onere su pochi paesi europei – nel corso degli ultimi due anni, 5 paesi hanno accettato il 72% dei migranti – causando gravi danni alle e l’erosione della stessa idea di Europa, che è basata sul concetto ideale di un comune vicinato con responsabilità condivise.
• la disposizione di campi profughi del sud del Mediterraneo che soddisfino gli standard europei dei diritti dell’uomo in modo che i migranti non siano lasciati in balia delle amministrazioni locali incapaci. (In passato e per la vergogna assoluta dell’Europa, lo scopo di mettere al sicuro le frontiere esterne dell’Europa è spesso stato realizzato a costo di partnership con regimi caratterizzati da estremamente scarso rispetto dei diritti umani.)
• un veloce esame delle richiestedi migrazione attraverso commissioni giuridiche gestite da persone e commissioni dotate di integrità e con una solida esperienza.
EMN chiede l’avvio immediato di misure a lungo termine per sostenere e stabilizzare le regioni limitrofe – una nuova politica di vicinato per l’Europa, che sia
• in linea con la Carta dei diritti fondamentali dell’UE e depenalizzi le migrazioni.
• riconosca il fatto che la continua ingerenza politica e militare europea / occidentale ha destabilizzato il Medio Oriente e le regioni africane.
• riconosca il fatto – secondo i dati raccolti dal UNDP – che l’immigrazione non pregiudica i mercati del lavoro europei.
• definisca responsabilità dell’Europa per un Piano Marshall europeo per il Medio Oriente e l’Africa.
• formuli comuni opportunità e responsabilità per sostenere e sviluppare la regione EMEA.
• rispetti i diritti economici dei paesi vicini con riguardo alle loro risorse naturali, sviluppi e applichi gli strumenti per preservare questi diritti.
• arresti l’inondazione distruttiva dei mercati esteri / africani di prodotti sovvenzionati dall’Europa.
• istituisca un ampio sistema inclusivo di micro-credito per le persone bisognose, in modo che sia offerta l’opportunità di creare un sostentamento per sé e una prospettiva di vita per le proprie famiglie nei paesi di origine.
• apra al dato di fatto che le migrazioni stanno contribuendo in modo sostanziale allo sviluppo dei paesi di origine attraverso le rimesse prodotte dal lavoro legale, in una misura che non può essere accompagnata da aiuti allo sviluppo dati dall’Europa ai paesi di provenienza.

L’Europa non è sotto assedio. L’Europa ha bisogno di dimostrare in questo momento che la dignità umana, la giustizia e la solidarietà non sono parole vuote, ma costituiscono il fondamento di un approccio europeo consolidato alle sfide del nostro tempo. Un’Europa orientata ai valori [umani] ha l’opportunità unica di dimostrare agli uomini che la ricchezza del genere umano deve essere condivisa da tutti gli uomini.

Gli appelli di EMN ai responsabili a livello europeo e nazionale non cadono nella trappola di limitare la solidarietà mentre si discute di migrazioni, ma [si sforzano] di trovare modalità nella gestione di solidarietà con mezzi che siano in linea con le norme etiche stabilite e vincolanti.